Regia di François Ozon – Francia, 2023 – 102′
con Nadia Tereszkiewicz, Rebecca Marder, Isabelle Huppert
Drammatico

 

 

 

 

 

UNO SMAGLIANTE MANIFESTO FEMMINISTA, PIÙ SOVVERSIVO DI QUANTO LE SUE ‘BUONE MANIERE’ LASCINO INTENDERE

Per ammissione del suo stesso autore, Mon Crime – La colpevole sono io, nuovo film di François Ozon, costituisce l’ultimo capitolo di una trilogia iniziata con “8 donne e un mistero” e proseguita con “Potiche – la bella statuina“. Questi titoli sono infatti l’adattamento di un testo teatrale d’annata, di cui viene mantenuta l’epoca di ambientazione ma che viene riletto in chiave revisionista, ovvero evidenziando gli elementi che più parlano della contemporaneità. In questo caso si tratta dell’opera omonima scritta da Georges Berr e Louis Verneuil nel 1934.
In Mon Crime, l’obiettivo del regista è riproporre atmosfere da commedia americana anni ‘30, da Lubitsch a Billy Wilder, a partire dalla
patina luccicante d’altri tempi. Nel corso del film, alcune scene sono rappresentate in bianco e nero con cartelli da cinema muto, lasciando però emergere i segni della contemporaneità. Mon Crime mette in scena una dinamica assolutamente attuale, ma rende più complessa la questione, perché le due protagoniste non sono due vittime innocenti date in pasto ai media, ma due truffatrici, che calcano l’onda
dell’omicidio per aumentare la propria fama.
Ozon dunque parte da una posizione scomoda per compiere un discorso acutissimo: assumendo il punto di vista delle due protagoniste, parteggiando per loro, porta avanti una riflessione legittima con personaggi non esemplari. Con il loro atteggiamento, Pauline e Madelaine scoperchiano tutte le ipocrisie e le falsità che stanno dietro al femminismo di facciata, a chi si fregia dell’hashtag #Metoo ma poi si comporta diversamente.
Così, l’orizzonte di Ozon è dunque sinceramente femminista, non abbellisce niente né propone soluzioni edificanti, ma anzi rende più evidenti le problematiche del contesto che rappresenta. La violenza subita dalla ragazza è un fatto reale e non viene cancellato dalla sentenza del tribunale, così come lo è il sistema oppressivo presente nell’industria cinematografica: la bugia è l’unico modo per la protagonista di fare carriera.
Così come il matrimonio è per lei l’unico di sopravvivere. La confezione da commedia brillante si scontra con la durezza della realtà.

Ma Mon Crime si può leggere anche alla luce dell’intera filmografia di Ozon, che è solito ritrarre giovani figure femminili complesse e destabilizzanti. Basti pensare al celebre Giovane e bella, dove, come nel suo ultimo lavoro, non c’era alcun giudizio morale sul prostituirsi della protagonista Isabelle, quanto invece un farsi beffe dello sguardo di chi era intorno a lei e non riusciva a comprenderla.
“Perché Ozon sembra così deliziarsi nei ritratti di crudeltà, perversione e distruzione femminile? Come lui stesso dice, è un regista che semplicemente ama le donne” , chiosava Andrew Asibong nella sua monografia dedicata al regista.
Il film a cui fa riferimento lo studioso è più precisamente il suo secondo, Amanti Criminali, che rivisto oggi trova un interessante parallelismo con Mon Crime. Protagonista è la giovane Alice, che persuade il suo passivo fidanzato a uccidere Said, un compagno campione di virilità che lei falsamente accusa di aver orchestrato uno stupro di gruppo nei suoi confronti. Ad accomunare i personaggi di quest’opera e la più recente c’è il far leva sulla visione stereotipata da parte della società. Come Madelaine e Pauline sfruttano l’immagine di attrici vittime di un produttore violento, in Amanti Criminali “la bugia dell’abuso compiuto dai suoi amici arabi della banlieue rinchiude Said nell’immaginario sessuale di fantasia dei giovani di origine araba diffuso dai principali media francesi e dalla pornografia, che si basano su cliché razziali e stereotipi dei giovani del ghetto e le loro attività depravate”.

Luca Sottimano – Ondacinema

 

IL REGISTA

FRANÇOIS OZON (PARIGI, 15 NOVEMBRE 1967)

REGISTA E SCENEGGIATORE FRANCESE

 

 

 

I film di Ozon sono caratterizzati da bellezza estetica, tagliente umorismo satirico e una visione schietta della sessualità umana. I temi ricorrenti nei suoi film sono l’identità sessuale, l’amicizia, le diverse percezioni della realtà, l’impermanenza e la morte.
Nato e cresciuto a Parigi, figlio di René Ozon, professore di biologia, e Anne-Marie Ozon, insegnante, ha un fratello, Guillaume, e una sorella di nome Julie. Da giovane inizia a lavorare come modello, ma ben presto si appassiona alla settima arte, si laurea in storia del cinema nel 1993 alla scuola di cinema La Fémis, in quegli anni inizia a realizzare un elevato numero di cortometraggi, fino al 1998, quando debutta con il suo primo lungometraggio. Sitcom, film da toni grotteschi, lo pone all’attenzione come uno dei più interessanti tra i nuovi autori del cinema francese.
La sua fama si consolida grazie a pellicole come Amanti criminali e Gocce d’acqua su pietre roventi.
Nel 2000 dirige Sotto la sabbia, primo film della cosiddetta Trilogia del Lutto, che continua nel 2005 con la pellicola Il tempo che resta e si conclude nel 2009 con Il rifugio.
Ma il successo internazionale arriva nel 2002 con 8 donne e un mistero, dove raduna diverse generazioni di attrici francesi, tra cui
Catherine Deneuve, Fanny Ardant, Isabelle Huppert, Emmanuelle Béart, Virginie Ledoyen, e grazie ad una miscela di diversi generi, che vanno dalla commedia, passando al giallo e al musical, fino al melodramma, Ozon confeziona uno dei suoi film più noti al grande pubblico.
Nel 2007 dirige Angel – La vita, il romanzo, prima produzione girata in lingua inglese, pellicola dalle ambientazione ottocentesche in cui affida il ruolo da protagonista all’attrice britannica Romola Garai. Nel 2009, invece, dirige la fiaba Ricky – Una storia d’amore e libertà, presentato alla 59ª edizione del Festival di Berlino. Nel 2010 torna a dirigere Catherine Deneuve in Potiche – La bella statuina con Gérard Depardieu e Fabrice Luchini: il film, candidato al Premio Magritte per il miglior film straniero in coproduzione, viene
presentato alla 67ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Ozon è dichiaratamente gay.

 

LA PROTAGONISTA

NADIA TERESZKIEWICZ (VERSAILLES, 24 MAGGIO 1996)
ATTRICE FRANCESE

 

 

 

Nadia Tereszkiewicz è franco-finlandese, con origini polacche.
Parla fluentemente il finlandese. Dopo aver studiato danza alla scuole Rosella Hightower e letteratura al liceo Molière di Parigi,
si dedica allo studio del teatro presso il conservatorio del XVIII° arrondissement di Parigi, prima di unirsi alla “classe libera” della
scuola di François Florent.
Debutta nel 2016 come attrice cinematografica in Io danzerò, in un ruolo secondario. Ottiene il ruolo di protagonista nel film Sauvages di Dennis Berry. Recita in Persona non grata di Roschdy Zem e in Only the Animals – Storie di spiriti amanti di Dominik Moll. Per questo ruolo riceve il premio di migliore attrice a Tokyo e fa parte delle rivelazioni al Premio César del 2020.
Nello stesso anno recita a fianco di Reda Kateb nella serie Possessions.

A proposito del suo ruolo in Possessions, dichiara: «È stata la prima volta che un regista mi ha affidato un ruolo così importante, con una vera traiettoria. È un personaggio molto fragile, che si arma di coraggio e di determinazione per tentare di liberarsi ad ogni costo. Vuole capire cosa è successo, perché l’accusano di un omicidio che lei non pensa di avere commesso. È stato necessario che trovassi una sua interiorità, un certo tipo di sensazione fisica per poterla interpretare. Ho un percorso di ballerina, il linguaggio del corpo mi interessava nella sua storia. Natalie parla poco, agisce, prende delle decisioni. Il suo corpo parla per lei».
Nel 2022 Valeria Bruni Tedeschi le affida il ruolo di protagonista nel suo film Forever Young – Les Amandiers, presentato in concorso al festival di Cannes. Interpreta l’alter-ego della regista ai tempi in cui faceva parte della scuola di teatro Les Amandiers, diretta da Patrice Chéreau e Pierre Romans. La sua interpretazione le vale il premio di migliore promessa femminile al Premio César 2023.

 

Recensioni
3,5/5 MyMovies
3/5 Movieplayer
4/5 Ciak Magazine

 

CERCATECI SUL WEB!
Facebook: www.facebook.com/cinemafratellosole
Instagram: www.instagram.com/cinema.fratellosole
Mail: info@fratellosole.it
YouTube: cinemateatrofratellosole
..e sul nostro canale WhatsApp!

 

 

 

MGF