Commedia, Sentimentale
Regia di Ol Parker – USA, 2022 –
104′
con George Clooney, Julia
Roberts, Kaitlyn Dever

 

 

 

 

 

 

LA TRAMA

La storia segue le vicende di una coppia di genitori alle prese con l’imminente matrimonio della figlia. Divorziati da diciannove anni, David e Georgia vengono invitati dalla figlia Lily a Bali, lì dove la ragazza ha deciso di convolare a nozze con il suo fidanzato. Per evitare quello che secondo loro sarebbe un errore che potrebbe costarle caro, esattamente come accaduto a loro venticinque anni prima, i due cercheranno di superare le incomprensioni, almeno per il momento, e di fare fronte unito per mandare a monte il fidanzamento.

Inizialmente, i tentativi di intromettersi nella coppia si ridurranno a sabotaggi e maldestre iniziative per cercare di suscitare delle incomprensioni tra i due ragazzi, che però sembrano sinceramente innamorati e per questo non intenzionati a rinunciare al proprio sogno. Soltanto in un secondo momento, David e Georgia si accorgeranno come non sia il caso di proseguire, anche perché la fiamma dell’amore potrebbe colpire nuovamente anche loro…

 

LA RECENSIONE

DUE STAR INDISCUTIBILI E AFFIATATISSIME, UNA STORIA COMICA E SDOLCINATA, I PAESAGGI DA SOGNO DI BALI. NON SARÀ UN PO’ TROPPO?

Poi dice a cosa serve lo star system. Il divismo. A cosa servono quegli attori che sono più di semplici attori, e fanno impazzire i fan dai red carpet o dalle copertine dei rotocalchi. Basta guardare Ticket to Paradise e lo si capisce, a cosa servono i divi. Senza bisogno di spiegazioni.
Ticket to Paradise senza George Clooney e Julia Roberts crollerebbe come un pezzo di stoffa bagnata.
Ol Parker, d’altronde, il regista, è quello di Mamma Mia! Ci risiamo, e di Marigold Hotel. E se a questo aggiungiamo che l’ambientazione è quella paradisiaca di Bali, e che la storia è quella di due ex coniugi, lui super architetto, lei importante gallerista, divorziati da anni e in rapporti più che pessimi, che devono fare fronte comune volando dagli States alla volta dell’isola del Pacifico per impedire che la figlia neolaureata in legge si sposi con un ragazzo di lì (che non è un povero pescatore ma un più che benestante coltivatore di alghe) e lì rimanga a vivere, rinunciando alla carriera, beh: probabilmente avrete un’idea abbastanza chiara del perché.

Se non ce l’avete, basterebbe citare un romanticismo facilone e sdolcinato, e una serie di dinamiche viste e riviste.
E invece.
E invece ci sono Clooney e Roberts, con le loro faccette, le smorfie, i sorrisi bianchissimi, la simpatia innata, la capacità di recitare. Con il carisma, e la capacità di rendere credibile l’incredibile, e di essere buffi e simpatici (nonché fichissimi) pure quando i loro personaggi
compiono gesti che, nella realtà, andrebbero sanzionati con TSO immediato, come ad esempio quando rubano a una bambina gli anelli nuziali della figlia e del fidanzato per intralciare i preparativi delle nozze.
Il fatto è che il cinema non è la realtà. E che anzi, spesso, al cinema è bello vedere l’illusione, la magia, come dice anche Woody Allen. E allora va benissimo che in Ticket to Paradise l’ambientazione sia da sogno, gli hotel lussuosissimi, i matrimoni balinesi elegantissimi e a piedi scalzi sulla sabbia immacolata, che i conflitti siano all’acqua di rose e il finale scontato e (riap)pacificato.
Perché Ticket to Paradise è il film in cui una ventiequalcosenne rinuncia a una carriera da avvocato per vivere un amore a Bali. In cui due che si sono sempre amati ma che hanno divorziato per paure di perdere la loro individualità nella coppia, e un po’ anche per la carriera, capiscono che le cose belle non bisogna più rimandarle a domani. E in questa sorta di descrescita, nell’abbandono delle dimensioni urbane e frenetiche alla volta di paradisi tropicali che comunque sintetizzano e sublimano uno stile di vita diverso, c’è qualcosa che conosciamo
bene e di cui si è parlato molto nei mesi scorsi, e che fa di quello di Ol Parker uno dei primi veri film post-Covid che arriva nei cinema.

Federico Gironi – Giornalista, scrittore e critico cinematografico

 

IL REGISTA

OL PARKER (Londra 1969)

Regista, produttore e sceneggiatore inglese, Ol Parker è noto soprattutto per aver sceneggiato il film Marigold Hotel (2015) e per aver diretto Mamma mia! Ci risiamo (2018). Nel 2022 è dietro la macchina da presa per Ticket to Paradise.

 

LE STAR

GEORGE CLOONEY

Lexington, Kentucky, USA 06/05/1961

Figlio del giornalista Tv Nick Clooney, fa la sua prima apparizione in televisione all’età di cinque anni al “The Nick Clooney Show”, un talk-show condotto dal padre. Per evitare confronti con il genitore lascia dopo poco tempo il suo lavoro da giornalista televisivo. Tenta senza successo di entrare nella squadra di baseball dei Cincinnati Reds e va ad Hollywood. Ha raccontato di essere arrivato alla guida di una MonteCarlo del 1976 completamente arrugginita e che il passaggio da una cittadina di 1500 abitanti a una metropoli è stato violento. Si ritiene in questo simile al suo personaggio di “Fratello, dove sei”. Appare in alcuni spot pubblicitari e in seguito firma un contratto con la Warner Brothers comparendo così in molte serie televisive (tra cui “L’albero delle mele”, “Pappa e ciccia” e “Sisters”). Nel 1994 viene scelto per interpretare il dottor Doug Ross nella serie “ER”. Il telefilm ottiene un grande successo e l’attore diventa molto popolare tanto da cominciare a ricevere copioni e offerte per numerosi film. Nel giro di pochi anni è riuscito a levarsi di dosso i panni del bel dottor Ross interpretando una serie di personaggi molto diversi tra loro dimostrandosi un attore poliedrico.

 

JULIA ROBERTS

Smyrna, Georgia, USA 28/10/1967

Julia ha trascorso un’infanzia infelice a causa del divorzio dei genitori e a causa della morte del padre. Studia giornalismo e solo quando suo fratello Eric raggiunge piccoli successi come attore a Hollywood, la giovanissima Julia Roberts decide di provare a fare l’attrice. Si trasferisce a New York per tentare la strada del cinema. Il suo debutto cinematografico risale al 1984 con il film “Forever Young”. La vera fama arriva nel 1990 grazie allo straordinario successo del film “Pretty Woman”, in cui la Roberts divide lo schermo con Richard Gere. Con la fama arrivano i pettegolezzi e il suo nome invade le cronache rosa di mezzo mondo a causa di una serie illimitata di presunti fidanzati. Nel 1998 Julia ha esordito come produttrice, insieme alla amica Susan Sarandon, per il film drammatico “Nemiche Amiche”. Sia nel 1990 che nel 1991, la Roberts è stata inserita franle cinquanta donne più belle del mondo. Il suo cachet è passato dai 300.000 dollari di “Pretty Woman” ai 20 milioni di dollari per interpretare, nel 2000, la parte della protagonista nel film “Erin Brockovich” Una cifra che in soli dieci anni di carriera l’ ha resa l’attrice più pagata e richiesta di Hollywood, L’attrice ha prestato la sua immagine all’UNICEF visitando molti Paesi poveri, quali l’India e Haiti, per promuovere alcune niniziative umanitarie.

MGF