CONCLAVE: LA RECENSIONE E LE DINAMICHE DEL CONCLAVE
Regia di Edward Berger – USA, 2024 – 120′
con Ralph Fiennes, Stanley Tucci, John Lithgow
UN THRILLER FILOSOFICO ELEGANTE CON INTERPRETAZIONI SOLIDE E UNA FOTOGRAFIA MEMORABILE.
Il regista austriaco-tedesco Edward Berger si è fatto conoscere dal grande pubblico nel 2022 per il bellico “Niente di nuovo sul fronte occidentale” (Netflix), adattamento dell’opera di Erich Maria Remarque, che gli ha schiuso le porte di Hollywood: 9 candidature ai Premi Oscar tra cui miglior film e 4 statuette vinte. A distanza di due anni torna con “Conclave”, titolo sempre ad alta tensione, ma di carattere diverso: è un thriller di matrice politico-religiosa che si muove sul terreno della finzione, dal romanzo omonimo di Robert Harris (2016, in Italia con Mondadori). Protagonista un cast di livello composto da Ralph Fiennes, Stanley Tucci, John Lithgow, Sergio Castellitto e Isabella Rossellini. Le riprese del film sono state realizzate tra Cinecittà, Palazzo Barberini e Reggia di Caserta.
La storia. Città del Vaticano, il Pontefice è appena deceduto e al card. Lawrence è affidato il compito di coordinare i lavori del Conclave. Viene attuato un rigido protocollo e le stanze del Vaticano si trasformano quasi in un bunker impenetrabile, dove i poco più di cento cardinali da tutto il mondo sono chiamati a indicare il successore al soglio di Pietro. Tra i favoriti gli occidentali Bellini e Tremblay, il sudafricano Adeyemi e l’italiano Tedesco, ma anche l’outsider Benitez, neocardinale di Kabul…
“Il meccanismo di elezione di un Papa – ha dichiarato il regista – è tra i segreti meglio mantenuti del mondo. Io ero tanto, tanto curioso di guardare dallo spioncino, di arrivare ai più piccoli particolari”. Dalle parole di Edward Berger emerge con chiarezza la linea del racconto del film “Conclave”: soddisfare quella curiosità, a tratti morbosa, di accedere al momento dell’elezione del successore di Pietro, attraverso una prospettiva profondamente umana, centrata in un perimetro narrativo da thriller politico-spionistico. Sia chiaro, non è un film fracassone alla “Angeli e Demoni” (2009), puntellato da delitti, esplosioni e dinamiche da James Bond. Qui, in “Conclave” è tutto più controllato e misurato. Si coglie bene la mano esperta ed elegante di Berger, che orchestra una partita a scacchi tra cardinali addizionata da sfumature psicologiche ben tratteggiate.
Berger è interessato a descrivere il mondo della Chiesa, quella di palazzo, come una piramide di potere, ambizione e corruzione. I cardinali si muovono ponderando le proprie mosse, tra giochi di alleanze, colpi bassi e strategie. Quello cui il regista è maggiormente interessato è un racconto terreno, impastato di pensieri e sentimenti di un’umanità fragile, per lo più interessata al potere e non alla guida pastorale della Chiesa.Tra le figure significative c’è di certo quella del card. Lawrence, che Ralph Fiennes abita con grande mestiere e compostezza, regalando un’interpretazione incisiva: è il decano e guida il Conclave, schiacciato dal peso di una responsabilità troppo grande, uno dei favoriti per l’elezione, ma del tutto riluttante; apprezzato sempre per la sua efficienza gestionale, in verità vorrebbe solo ritirarsi a vita semplice, essere un pastore. La gran parte dei cardinali rientra invece nelle tessere di un mosaico virato sui toni del chiaroscuro, espressione di una “povertà” morale e spirituale.
“Conclave” è un ottimo film per regia, ritmo e dinamica narrativa, per le musiche eccellenti di Bertelmann, per le ricostruzioni scenografiche accurate e ovviamente per le performance degli attori.
Recensione della Commissione Nazionale Valutazione Film della Conferenza Episcopale Italiana
Tematiche:
Chiesa Cattolica, Dialogo, Dolore, Donna, Fede, Giustizia, Mass-media, Metafore del nostro tempo, Morte, Politica-Società, Potere, Povertà, Psicologia, Tematiche religiose
Eccellente sotto tutti i punti di vista, propone un intreccio dinamico, alternativo, senza velleità. Sceneggiatura strepitosa, fotografia sublime, musica coerente. Interpretazioni magistrali, regia interessante. Insomma, merita di essere visto.
Molto fedele al romanzo di Harris, con uno script ineccepibile firmato del drammaturgo e sceneggiatore britannico Peter Straughan (“La talpa”), questo “Conclave” diventa un’indagine sulla duplicità della natura umana, sulle ambizioni inconfessate e sul grado di empatia che siamo spinti a rivolgere verso chi commette un errore, senza essere necessariamente una persona malvagia (o viceversa).
Quello che si deve apprezzare di Conclave è la maestria con cui si presenta la dimensione umana, che alla fine governa ognuno di noi, a prescindere dal ruolo che si ricopre.
Questa non è una storia di fede, è una trama politica al 100% in cui sono replicate le medesime fazioni che si scontrano nei governi secolari, quella dei progressisti e quella dei conservatori, quelli che soffiano sulla xenofobia per compattare i propri accoliti e quelli che hanno solo desiderio di potere. E in mezzo ci sono gli uomini di buona volontà
Recensioni
3,2/5 MYmovies
7/10 IGN Italia
4/5 Movieplayer
IL CONCLAVE
Il CONCLAVE costituisce una sorta di vero e proprio “ritiro spirituale durante il quale tutti i Padri Cardinali della Chiesa si dispongono in ascolto del Divino Spirito per eleggere colui che, secondo Dio, ritengono debba essere Vescovo della Chiesa di Roma”. L’antico rito prende il nome proprio dalla procedura per la quale tutti i cardinali riuniti sono chiusi “cum clave” fino a quando non arrivano alla elezione del nuovo Pontefice.
CHI PUO’ ESSERE ELETTO – Il candidato deve prima di tutto essere di sesso maschile, battezzato e non sposato. Se l’eletto è scelto tra coloro che non hanno però ancora l’Episcopato e che quindi una volta eletto dovrà essere ordinato Vescovo, si devono allora includere le indicazioni per la nomina a tale ordine: almeno 35 anni di età, un minimo di 5 anni di presbiterato, una laurea o licenza in Sacra Scrittura, Teologia o Diritto Canonico conseguite in un Istituto di Studi Superiori approvato dalla Sede Apostolica, oltre che delle canoniche “buona reputazione, saldezza di fede, pietà, zelo delle anime, saggezza, prudenza, virtù umane e ogni altra qualità che dimostri l’attitudine del soggetto all’adempimento del suo ufficio”.
COME SI SVOLGE – Il giorno fissato per l’inizio del conclave tutti i Cardinali si riuniscono nella basilica di San Pietro per celebrare prima di tutto la Missa pro eligendo Romano Pontifice, presieduta dal Decano del collegio cardinalizio. Il pomeriggio i cardinali elettori si recano in processione cantando il Veni Creator verso la cappella Sistina al cui interno avverranno le votazioni in un ambiente rigorosamente privo di qualsiasi mezzo audiovisivo o di trasmissione. Nella sala verrà montata la stufa nella quale verranno bruciati tutti gli appunti e i voti degli elettori e dalla quale si alzeranno poi, durante le varie fasi del conclave, le fumate: nera per ogni avvenuta votazione, bianca quando verrà raggiunto il quorum previsto.
LO SCRUTINIO E I TEMPI – L’unica forma di elezione del Pontefice ammessa è quella per scrutinium. Per la valida elezione sono richiesti i due terzi dei suffragi più una votazione nel caso in cui tale numero non sia divisibile per tre. Nel caso in cui le elezioni inizino il pomeriggio del primo giorno di conclave, vi sarà un solo scrutinio. Nei giorni seguenti, si svolgeranno due scrutini al mattino e due il pomeriggio, ciascuno dei quali composto da tre diverse fasi:
1. ANTESCRUTINIUM: i cerimonieri preparano e distribuiscono due o tre schede a ciascun cardinale elettore, l’ultimo cardinale diacono estrae a sorte tra tutti gli elettori 3 scrutatori, 3 “infirmarii” (incaricati di raccogliere i voti dei cardinali infermi presso la Domus Sanctae Marthae) e tre revisori. Durante la votazione i cardinali elettori rimangono da soli ed esprimono il loro voto compilando l’apposita scheda che riporta l’ufficiale formula “Eligo in Summum Pontificem”.
2. SCRUTINIUM VERE PROPRIEQUE: uno alla volta i cardinali si recano presso l’altare dov’è posizionata l’urna con un piatto sopra. Alla presenza dei tre scrutatori si recita il giuramento nella sua sua rigorosa formula latina: “Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto”, posa la scheda sul piatto e la lascia poi cadere all’interno dell’urna. Concluse le operazioni di voto si procede quindi a quelle di spoglio. Gli scrutatori agitano le schede nell’urna, le mescolano ne leggono il contenuto una ad una, rilegandole infine tutte insieme per l’estremità con un filo.
3. POST SCRUTINIUM: in quest’ultima fase si conteggiano i voti e si bruciano le schede nella stufa. Sia che sia stato raggiunto il quorum o meno, i cardinali revisori devono controllare tutte le schede e le annotazioni degli scrutatori per vigilare sulla precedente operazione. Se il quorum non è stato raggiunto si procede a un’immediata nuova votazione. Nel secondo scrutinio i cardinali ripeteranno le stesse operazioni ma senza pronunciare di nuovo il giuramento.
ELEZIONE DEL NUOVO POTEFICE – Nel momento in cui un candidato raggiunge i due terzi dei voti a suo favore, l’elezione è da considerarsi canonicamente valida. L’ultimo dell’ordine dei cardinali diaconi richiama il maestro delle celebrazioni liturgiche e il segretario del collegio cardinalizio il quale, rivolgendosi all’eletto, gli domanda: “Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?” e, a risposta affermativa, aggiunge: “Come vuoi essere chiamato?”. Il candidato risponderà con il nome pontificale che avrà scelto per il suo insediamento, le schede vengono bruciate e finalmente la piazza di San Pietro vede innalzarsi la celebre e solenne fumata bianca.
LA STANZA DELLE LACRIME – Dopo la sua proclamazione, il papa neoeletto si ritira nella “Stanza delle lacrime”, ovvero nella sacrestia della Cappella Sistina, per indossare per la prima volta la talare bianca e i paramenti con i quali si presenterà in pubblico dalla Loggia delle benedizioni della basilica di San Pietro.
Il nome di tale luogo deriva dal fatto che, si presume, in tale stanza il neo-pontefice scoppi in lacrime per l’emozione e per il peso della responsabilità del ruolo che è chiamato a svolgere.

MGF