SE TU MI DEVI AMARE
Se tu mi devi amare, per null’altro sia
se non che per amore.
Non dire: “L’amo per il suo sorriso, il suo sguardo,
la gentilezza del parlare,
il modo di pensare così conforme al mio
che mi portò un così sereno piacere un giorno”.
Queste cose in sé, Amato,
possono cambiare, o cambiare per te,
e un amore così plasmato potrebbe poi morire.
E non amarmi per le lacrime che bagnano il mio volto.
Una creatura può scordare di piangere,
dopo essere stata a lungo da te confortata,
e perdere così il tuo amore.
Ma amami solo per amore e per sempre, per l’eternità.
Trad: MariaGrazia Ferrario
Questa poesia inizia con la richiesta di un amore puro, che non conosce spiegazioni e motivazioni. Di quelli che alla domanda “perché mi ami”, non sa rispondere, perché l’amore non conosce spiegazioni quando è puro. E perché? Perché le altre cose che compongono una persona, possono mutare, possono svilupparsi e portare alla morte dell’amore. La Browning ci insegna ad amare per l’eternità in questo modo: amando solo per amore. Segno un po’ della sua passionale storia con il marito, che ci fa riflettere ancora su quanto sia possibile provare tutto questo, oggi.
“I thank you, dear Mr. Browning, from the bottom of my heart. You meant to give me pleasure by your letter, and even if the object had not been answered, I ought still to thank you. But it is thoroughly answered.”
È l’11 gennaio del 1845, un sabato, quando Elizabeth Barrett risponde alla lettera ricevuta, appena il giorno prima, dal poeta Robert Browning.
“I love your verses with all my heart, dear miss Barrett…”
In questo modo Robert Browning irrompe nella vita di Miss Barrett, scrivendo questo incipit davvero ardito alla già affermata poeta inglese. Sarà quella la prima lettera di una fitta corrispondenza che durerà dal gennaio del 1845 al settembre del 1846, e che vedrà, in un crescendo d’intima confidenza, l’evolversi di una vivida tessitura amorosa, destinata ad avere, diversamente dai consueti tragici finali di molte altre storie romantiche, un felice epilogo.
ELIZABETH BARRETT BROWNING
Nacque nella contea di Durham, Inghilterra, l’8 marzo 1806, figlia maggiore di Edward Moulton Barrett, un colono delle Indie occidentali in ritiro. La sua fanciullezza trascorse a Hope End, Herefordshire; all’età di otto anni scriveva versi, e prima dei quattordici pubblicò la Battle of Marathon, composta in distici eroici non indegni. Nel 1821 un accidente di equitazione che offese la sua spina dorsale la lasciò invalida per la vita, e la spinse ancor più a cercare la sua felicità nei libri: essa leggeva largamente poesia, filosofia e storia; e imparò il greco. Nel 1838 il volume The Seraphim and other poems la rese nota al pubblico. Il poemetto che dà nome al libro, dialogo tra due serafini che stanno sospesi sopra il Calvario durante la Crocifissione, rivelava la sua inguaribile tendenza verso altezze superiori alle sue forze; ma in alcune delle poesie più brevi, come nelle romanze Margaret e Isabel’s Child, in poesie meditative o religiose come The Sea Mew, An Island, e Cowper’s Grave, essa mostrava già chiaramente quelle qualità in cui doveva eccellere. A Londra, dove la sua famiglia ora risiedeva, essa vedeva poca gente, ma passava i suoi giorni leggendo e scrivendo, prose e versi. In prosa compose un Essay on the Greek Christian poets, e A view of the poets (1842), rapide e alquanto saltuarie rassegne di quegli argomenti, ma illuminate qua e là da lampi di vera intuizione critica. La sua raccolta Poems mostra un deciso progresso rispetto alle sue opere precedenti tanto in varietà quanto in profondità di affetti: alcune delle poesie più brevi e riflessive sono già fra le sue cose migliori: le più notevoli sono forse The vision of the poets (visione poetica che corrisponde al suo saggio in prosa) e Lady Geraldine’s Courtship, che esprimono il suo alto senso della grande missione affidata al poeta, e la sua reazione ad alcuni dei suoi più grandi predecessori e contemporanei. I volumi divennero subito popolari, e la Barrett venne acclamata come la più grande fra le poetesse della sua epoca. Tra i suoi primi lettori fu Robert Browning; le scrisse esprimendo la sua ammirazione. Un’ intima e vivace corrispondenza epistolare ne seguì; poi, il 20 maggio 1845, il Browning le fece una prima visita, e due giorni dopo la chiese in matrimonio. Essa rifiutò a causa della sua salute, ma accettò con gratitudine la sua amicizia; e per i sedici mesi successivi egli le fece frequenti visite: tutti i giorni, in cui non si vedevano, si scambiavano lettere. Nel settembre 1856, miss Barrett ebbe dal medico l’ordine di passare l’inverno all’estero; e, quando suo padre, uomo di temperamento dispotico, le negò il consenso, il Browning la persuase a cercare nella compagnia di un marito quella salute che la tirannia di suo padre le proibiva. Essi fuggirono in Italia, e si stabilirono nella Casa Guidi a Firenze. Qui nel marzo 1849 nacque il loro unico figlio, e questa fu la casa della loro vita coniugale. 44 Sonnets from the Portuguese (1850) è il fedele diario d’amore che costituisce la sua più alta opera di poesia.
MGF