BEN IS BACK
Regia di Peter Hedges – USA, 2018 – durata 103”
con Kathryn Newton, Julia Roberts, Lucas Hedges

Con Ben is Back Peter Hedges mette in scena una madre, divisa tra l’amore per il figlio tossicodipendente e la necessità di tutelare la serenità del resto del nucleo familiare. Ben ha un trascorso di dipendenza e di spaccio, di furti e di quant’altro, la sua famiglia è devastata dalla sofferenza e quando, alla vigilia di Natale, lo vedono sulla soglia di casa, le reazioni sono contrastanti poiché quel giorno il ragazzo doveva rimanere in comunità.
Ad interpretare Holly, l’amorevole madre di Ben, è una bravissima Julia Roberts, mentre a interpretare le inquietudini e le debolezze di Ben è Lucas Hedges, figlio del regista.
Ben is Back è un affresco straziante e incantevole, narrato con delicatezza e intensità, il racconto di un dolore, di una famiglia in affanno che prova a ricostruirsi.

Paolo Castelli

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UN FILM DI BRAVI INTERPRETI E BUONA SCRITTURA. E TANTO BASTA.
Recensione di Marianna Cappi – MyMovies

Quando, la vigilia di Natale, Holly Burns si ritrova davanti, nel giardino di casa, suo figlio maggiore Ben, non sa se quello sta per diventare il giorno più felice della sua vita o il più infelice. I due figli più piccoli, nati dal secondo matrimonio di Holly con Neal, esplodono in gridolini di felicità. Ivy, invece, la sorella più grande, è esitante. Perché Ben ha cambiato i piani? Davvero il suo sponsor gli ha consigliato di passare il Natale a casa? Davvero sono 77 giorni che non si droga? Di sicuro sua madre vuole crederci e Ben sembra disposto ad essere messo alla prova.
Quando due bravi attori duettano sullo schermo come fanno qui Julia Roberts e Lucas Hedges, quando la sceneggiatura è ben scritta, il cast di supporto è realmente tale e la tensione cresce man mano che il film si dirige verso la sua conclusione, lo spettacolo è gradito, anche quando non si tratta di un capolavoro.
È il caso di Ben is back, in cui Peter Hedges, padre del coprotagonista, dirige la storia di una moderna madre coraggio, che di errori ne ha già commessi troppi e di delusioni ne ha già subite abbastanza, tanto da dirsi pronta a scavare la fossa al figlio, ma in verità si aggrappa con le unghie alla speranza di potersi fidarsi di lui.

È un bel personaggio, che sarebbe stato bene addosso anche a Frances McDormand (ma avrebbe dato vita ad un film molto differente), che la Roberts ammanta della dolcezza che le appartiene senza sminuirne la forza e l’ampio registro interpretativo (non male quando la signora Burns, ai tavolini di una caffetteria del centro commerciale, si toglie il sassolino dalla scarpa e dice quel che ha da dire al vecchio dottore di famiglia).
Lucas Hedges è persino eccessivamente temperato nel suo tenere il controllo della fragilità di Ben: non dà quasi mai in escandescenza e quando si mortifica lo fa sinceramente e mai in una logica, probabilmente più verosimile, di vittimismo o nichilismo, ma ciò contribuisce a tenere il film al riparo dalla tentazione del melodramma, almeno fino agli ultimissimi minuti.

Il salvataggio del cagnolino può apparire pretestuoso o meno, ma porta il film, dopo un lungo preambolo, nella sua regione più interessante, quel viaggio notturno di madre e figlio durante il quale la città di ogni giorno cambia fisionomia, rivela il marcio e le ferite, inghiotte i due coraggiosi nel suo ventre in attesa di condannarli o restituirli a nuova vita.

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LO STRETTO CONTROLLO DELLA MAMMA SUL FIGLIO TOSSICO CHE RITORNA A CASA
Alberto Cattini – Gazzetta di Mantova

Il rientro dalla comunità per le feste di Natale visto con sospetto dalla famiglia Grande interpretazione di Hedges, alla ricerca di un riscatto a costo della vita
Tre le date imprescindibili di Julia Roberts: 1990 Pretty Woman, nasce la “star”, ed è una giovane donna incantevole che fa dimenticare l’esercizio della prostituzione; 2000 Erin Brockovich, vince l’Oscar, ed è una madre divorziata, che si fa detective per scoprire i crimini di un’industria che getta nelle falde acquifere i liquami. 2015, prossima ai 50 anni, Roberts scopre il personaggio di mater dolorosa: da Segreto dei suoi occhi, a Wonder e a Ben Is Back, è un’eroina che avvince e commuove con la determinazione nel vendicare la figlia o difendere il figlio.

Capelli lunghi, volto tirato, sguardo sofferente, ma pronto ad aprirsi al celebre sorriso, Roberts, alias Holly, ha 4 ragazzi, due di prime nozze, e due dal facoltoso Neal (Courtney B.Vance). La vigilia di Natale, sorprende in giardino il primogenito, Ben (Lucas Hedges), uscito dalla comunità dei tossici per la festa cristiana. Nei due anni precedenti, la sua presenza aveva provocato troppi guai, e la famiglia s’era ripromessa di non ospitarlo. Ma Holly si batte per trattenerlo almeno un giorno sotto la sua responsabilità: ne sarà l’ombra, nasconderà i medicinali pericolosi, e i gioielli monetizzabili. In seguito a tale decisione, la macchina da presa adotta il canone della suspense. Tutti gli sguardi dei presenti convergono sul giovane, sui suoi comportamenti. La più allarmata, oltre al patrigno, è la sorella, Ivy (Kathryn Newton), che lo tampina anche in soffitta. Qualche divagazione all’esterno non crea che piccoli lampi, e tutto si decanta sulle espressioni materne di una dolcezza ammirevole. Notevoli gli incontri con il medico di miseranda professionalità, e con la madre (Rachel Bay Jones) di un’amica morta di overdose. Nei due casi, Holly rivela un freddo rancore, o compatisce con tenerezza.
Di un tossico, per di più spacciatore, non è lecito fidarsi. E il casus scoppia con la scomparsa del cane, a scopo di ricatto. Ben parte alla ricerca della bestiola, e la madre s’impone alla guida dell’automobile. Succede uno dei duetti più ragguardevoli degli ultimi tempi, in quella lunga notte drammatica sino alle prime luci dell’alba.

Vale il film la performance di Hedges, già coprotagonista nel notevole Manchester by the Sea. Al meglio restituisce il dilemma di chi è consapevole di far soffrire la madre e di metterla in pericolo, ma sente anche il dovere di non deludere i fratellini, e di riscattarsi, a costo della vita. Dall’altro canto, ogni situazione diventa un’occasione per esaltare le corde drammatiche della Roberts, che disperatamente, a qualsiasi prezzo, vuol riportare indietro il figlio. La regia suscita una tensione fortissima riportando l’orrore di ambienti e figure, evitando ogni soluzione consolatoria, dando una prova di alta serietà.

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DROGHE ZOMBIE: GLI EFFETTI DELLE NUOVE DROGHE PSICOATTIVE

Negli ultimi anni, complici anche le nuove tecnologie, lo spaccio della droga si è aperto verso un nuovo orizzonte: il web, ed in special modo il deep web. È sempre più facile infatti, per chi è alla ricerca dello “sballo”, trovare in rete ciò che desidera. Ma la vera novità è che ora non si parla solo di eroina e cocaina, come nei decenni passati: ora siamo di fronte al fenomeno più diffuso delle cosiddette “nuove droghe”, conosciute anche come Nuove Sostanze Psicoattive o NPS (New Phychoactive Substance). Ed è proprio il web il posto in cui è più facile reperirle: un mercato enorme, difficile da controllare perché in continua evoluzione.

Queste sostanze si differenziano dalle “droghe classiche” come eroina e cocaina, in quanto è possibile ottenerle mescolando principi attivi di farmaci comuni e altre molecole legali: è il fenomeno delle cosiddette “legal highs”. In realtà si tratta di sostanze legali che se sintetizzate con altre illegali diventano micidiali droghe sintetiche, che spesso, per aggirare i controlli e il loro consumo vengono etichettate come prodotti naturali. Chi le commercializza ha spesso vita facile, e può continuare a venderle finché il suo principio attivo non viene dichiarato nocivo.

Si sa ancora poco su queste droghe, in quanto è ancora difficile individuare con esattezza i sintomi che ognuna di queste droghe provoca sui soggetti che ne fanno uso. Infatti non tutti i laboratori sono in grado di identificarli. Il fatto che si tratti appunto di “nuove droghe” le rende difficilmente catalogabili: tuttavia alcune di queste hanno effetti simili a quelli di alcuni allucinogeni, e possono provocare in chi ne fa uso l’insorgere di psicosi. I danni prodotti da queste sostanze possono essere molto gravi e, in alcuni casi, possono portare a conseguenze drammatiche, come avvelenamenti acuti e decessi.

Negli Stati Uniti, molti casi di cronaca e alcuni filmati sconvolgenti apparsi in rete, in cui si vedevano persone che compivano atti violenti e autolesionistici, ha dato vita ad una vera psicosi da “droga degli zombie”

Krokodil
Nasce in Russia, dove ha ucciso migliaia di ragazzi, diventando una vera e propria emergenza sociale. In Italia non è ancora molto diffusa, tuttavia il suo consumo è in crescita. Fa parte della famiglia degli oppiacei ed è una droga che ha un costo bassissimo (2 o 3 euro per dose) poiché è composta da codeina, un analgesico facilmente reperibile, a cui si aggiungono benzina, olio, iodio e detersivi, creando così una miscela esplosiva. In Russia il suo consumo ha raggiunto livelli considerevoli anche perché il Krokodil si può preparare in casa. Già dalla prima assunzione causa danni al fegato, al cervello e al sistema nervoso centrale. Uno degli effetti caratteristici di questa droga è la formazione di ulcere cutanee che rende la pelle somigliante a quella di un coccodrillo (da qui il nome). Tra gli altri effetti ricordiamo:
Aggressività che può generare atti di cannibalismo
Danneggiamento degli organi interni.
Cancrena dei tessuti molli danneggiati
L’aspettativa di vita, per chi ne fa uso, è davvero breve: di solito tre anni. Purtroppo, questa terribile droga ha iniziato a diffondersi anche nel nostro paese e nel 2016 è avvenuto il primo decesso per overdose di questa sostanza.

Flakka
Nasce in Florida, non è ancora popolare come il Krokodil, ma si sta diffondendo e fa veramente paura per via degli sconvolgenti effetti fisici e mentali che provoca su chi ne fa uso. Quando entra in circolazione nel corpo, stimola la produzione di grandi quantità di Dopamina, un neurotrasmettitore che aiuta a regolare lo stimolo del senso di piacere. Le persone che assumono tale droga presentano:
Euforia
Paranoia
Allucinazioni
Aggressività
Tachicardia
Una volta scomparso il senso di euforia, arriva il momento di “down” caratterizzato da stanchezza e depressione. Per ovviare a questi sintomi il consumatore è così indotto ad assumere altre dosi, finché non sopraggiunge la dipendenza fisica e mentale. La flakka si presenta sotto forma di sali maleodoranti che possono essere ingeriti, sniffati, iniettati endovena o addirittura possono essere vaporizzati all’interno della sigaretta elettronica.

Mefedrone
Detta anche “la droga degli zombie”, è spacciata sotto forma di polvere o compresse. Vi sono stati numerosi casi di cronaca che hanno visto come protagonista questa sostanza, poiché tra i suoi effetti collaterali vi sono:
Aggressività
Allucinazioni
Atti di autolesionismo

Questa micidiale sostanza si può trovare facilmente su Internet, ed il suo costo è molto basso poiché è ricavato dai sali da bagno. Può variare in composizione sia per sperimentare sensazioni diverse sia per evitare i controlli.

Scoop

Detta anche “droga dello stupro”, la sua versione più micidiale è il GHB, una sostanza che passa inosservata poiché insapore ed inodore. A causa di queste sue caratteristiche viene abitualmente utilizzata con l’intento di compiere violenza sessuale: di solito, infatti, viene disciolta nella bevanda alcolica della vittima. Tra i suoi effetti vi sono:
Capogiro
Nausea
Malessere generale

Dragonfly
Ha conquistato soprattutto il mercato sudamericano e si tratta di un allucinogeno molto potente, chiamata anche “droga della libellula”, tra i suoi effetti vi sono:
Tachicardia
Allucinazioni
Psicosi
Deve il suo nome al fatto che la sua struttura chimica ricorda, per via delle sue composizioni, una farfalla in volo. Fa parte delle feniletilamine, e si caratterizza per il fatto che i suoi effetti possono durare per più giorni dopo l’assunzione.

Spesso è difficile individuare chi inventa, prepara e mette in circolazione queste droghe. Il problema più grande sta nell’individuare ciò che accade prima che queste sostanze vengano commercializzate. Allo stato attuale infatti è difficile contrastare la loro diffusione, poiché i nuovi prodotti hanno una prima fase di transizione nella quale poiché nascono da sostanze che sono legali. Nell’ultimo anno sono stati chiusi numerosi siti internet e ci sono stati all’incirca 80.000 sequestri di nuove sostanze psicoattive. Di queste, più del 60% erano composte da cannabinoidi e catinoni sintetici.

Inevitabilmente la nascita di nuove droghe, incentivata dal basso prezzo di vendita, ha fatto sì che queste sostanze si siano diffuse, seppur in misura minore, anche nel nostro paese. Proprio per il fatto che la loro principale piazza di spaccio è il web, non è possibile individuare una fascia geografica in cui queste droghe siano più presenti rispetto ad altre.
Le statistiche sono preoccupanti: secondo alcuni dati della Relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze, la spesa per il consumo di sostanze stupefacenti in Italia ammonta a circa 14,2 miliardi di euro. La cannabis resta la sostanza psicoattiva più in voga tra adulti e giovanissimi. Si stima che oltre un quarto degli studenti delle scuole superiore ne abbia fatto uso nel 2017. È in aumento anche la percentuale di chi almeno una volta ha sperimentato le nuove sostanze psicoattive (all’incirca il 3%). Oltre il 36% degli studenti ha ammesso di aver fatto uso di una sostanza psicoattiva illegale, il 25% ha dichiarato di averne consumate nel corso di quest’anno.

Il quadro della situazione viene comunque complicato da vari fattori come, ad esempio, la natura stessa delle sostanze, poiché non sempre rintracciabili come sostanze stupefacenti, dalla velocità con la quale vengono prodotte –nemica dello stesso canale legislativo, con il quale tradizionalmente si combatte e si cerca di limitarne la diffusione – ma, soprattutto, il mezzo di distribuzione, ovvero internet e il deep web, che ormai permettono di ordinare la droga come un qualsiasi alto prodotto a largo consumo ricevendolo comodamente a casa propria.
Secondo gli esperti, solo una approfondita conoscenza delle droghe e dei suoi effetti sull’organismo può essere utile per scoraggiare l’utilizzo tra i più giovani. Spesso, purtroppo, i giovani prendono troppo alla leggera il problema, credendo che assumere queste sostanze una sola volta, “tanto per provare”, non porti a nessuna conseguenza drammatica. Molti di loro iniziano a fare uso di droghe spesso per non sentirsi esclusi in un gruppo in cui già ci sono magari altri ragazzi che già le utilizzano, oppure per sopperire a vuoti affettivi e fragilità interne. L’errore più comune e più tragico che commettono è quello di credere che si possa smettere quando si vuole, ma in realtà la dipendenza è dietro l’angolo: è facile infatti che presto l’organismo si possa assuefare al consumo di queste sostanze fino a non poterne più farne a meno.

Fonte: doveecomemicuro.it/notizie/news/effetti-droghe-zombie

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LE DROGHE NON HANNO ETÀ

Si tende erroneamente a ritenere che l’abuso di sostanze stupefacenti sia un problema che interessa solo i giovani. Non è così, come mostra il “Focus sulle droghe” dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze intitolato “Abuso di sostanze tra gli adulti più anziani: un problema trascurato” . Il documento mostra come la diffusione di droghe, alcol, uso di farmaci, sia in aumento nelle fasce di età più avanzate. Secondo le previsioni, il numero di anziani con problemi legati all’abuso di sostanze aumenterà più del doppio tra il 2001 e il 2020. In Europa, tra il 2002 e il 2005, la percentuale di pazienti con età uguale o superiore ai 40 anni che sono stati curati per problemi legati all’uso di oppiacei, è più che raddoppiata, passando dall’8,6 al 17,6%.

Identikit del consumatore anziano
Gli adulti più anziani che fanno uso di sostanze possono essere classificati in due categorie: le persone che hanno iniziato a consumare sostanze da giovani (precoci) oppure in età più avanzata (tardive). Chi ha iniziato precocemente di solito ha fatto uso di sostanze stupefacenti per molto tempo fino a tarda età. Chi le consuma in età avanzata, invece, generalmente inizia a causa di eventi di vita stressanti, tra cui il pensionamento, i problemi di salute legati all’invecchiamento, la separazione dal coniuge, l’isolamento sociale o un lutto. Gli adulti più anziani che fanno uso di droghe illegali sono in gran parte consumatori precoci.

Farmaci, alcol e droghe
Le persone oltre i 65 anni di età usano circa un terzo di tutti i farmaci prescritti, tra cui spesso si annoverano le benzodiazepine e gli analgesici oppioidi. Le donne anziane hanno un rischio maggiore di incorrere nell’uso irregolare di farmaci e abusare di sostanze psicoattive.
I problemi di alcol sono diffusi tra gli adulti più anziani e possono coesistere con problemi legati al consumo di droghe illecite. Le statistiche indicano che, negli Stati Uniti, fino al 10% degli anziani ha problemi più o meno gravi di alcolismo. In Europa, il 27% delle persone di 55 anni di età e oltre riferisce di consumare alcol quotidianamente.

I rischi per la salute
Gli anziani corrono rischi maggiori rispetto ai giovani: metabolizzano le droghe più lentamente e subiscono maggiormente gli effetti dannosi dell’alcol. Anche l’uso combinato di alcol e medicinali è pericoloso. I farmaci da banco o su prescrizione possono interagire con l’alcol, causando effetti sedativi eccessivi e un più alto rischio di incidenti e danni. Con l’avanzare dell’età, molti consumatori cronici di droghe potrebbero sviluppare malattie gravi e far ricorso a sostanze psicoattive per far fronte ai loro problemi. Secondo il rapporto dell’Osservatorio è necessario sviluppare nuove strategie di intervento e assistenza sanitaria per rispondere alle nuove problematiche dei cittadini più anziani.

Fonte: EPICENTRO – Il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica

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MGF