YESTERDAY

Regia di Danny Boyle – Gran Bretagna, 2019
con Himesh Patel, Lily James, Ana de Armas

Dal regista vincitore dell’Oscar Danny Boyle (The Millionaire, Trainspotting, 28 giorni dopo) e da Richard Curtis, lo sceneggiatore candidato all’Oscar di Quattro matrimoni e un funerale, Love Actually – L’amore davvero e Notting Hill, Yesterday è una commedia rock sulla musica, i sogni, l’amicizia, sulla lunga e tortuosa strada che porta all’amore della propria vita. Yesterday racconta di Jack (Himesh Patel) aspirante musicista che si sveglia dopo un incidente in bici e scopre di essere l’unica persona sulla terra a conoscere la band di Liverpool. Ne approfitterà per trovare il successo mondiale, appropriandosi di hit come Hey Jude e Let it be ma i problemi non tarderanno ad arrivare. Nel cast anche Lily James, Kate McKinnon e e il cantante Ed Sheeran, nel ruolo di sé stesso.

Paolo Castelli

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I TALENTI DI BOYLE E CURTIS SI COMBINANO IN UN FILM CHE OMAGGIA I FAB FOUR E GIOCA CON LA BEATLEMANIA.

Emanuele Sacchi – MyMovies.it

Jack Malik è un musicista di scarso successo. In lui crede solo Ellie, manager, amica e forse qualcosa in più, benché inespresso. Finché una sera, dopo che ha deciso di smettere con la musica e cercare un lavoro più regolare, Jack ha un incidente e perde coscienza durante un blackout planetario. Quando si sveglia, scopre che il mondo è stato privato delle canzoni dei Beatles e che lui è rimasto il solo a ricordarle.
È un dissidio doloroso e forse inestricabile quello che attanaglia l’amante dei Beatles di fronte all’operazione coordinata da Danny Boyle e Richard Curtis. Perché si vorrebbe disperatamente amare pregi e difetti di Yesterday, pur di assaporare un po’ di polvere di stelle sixties, ma non sempre si riesce.


La combinazione dei talenti di regista e sceneggiatore è evidente, ma lo è meno l’amalgama. Se da un lato emerge la sagacia del primo, che rivisita il modello di The Millionaire in un altro sogno sì individualista, ma non egoista; dall’altro Curtis ritorna sui temi che negli anni hanno rafforzato opere sottovalutate e poi assurte a cult, come Love Actually, Il diario di Bridget Jones o Notting Hill.

Durante la visione di Yesterday sembra di trovarsi in una reunion di Paul McCartney e Ringo Starr, o in un concerto tributo ai Beatles sovraccarichi di rockstar, in cui sulla carta c’è tutto – canzoni, nostalgia, strizzate d’occhio – ma sulla carta è destinato a rimanere.

Nonostante l’enorme potenziale inespresso, sono comunque molti gli elementi di Yesterday destinati a colpire l’immaginario collettivo. Alcuni colpi di scena probabilmente sono destinati a far discutere, al di là del mero dibattito cinematografico. In chiave pop, e con una strizzata d’occhio alle esigenze del mercato (Ed Sheeran nei panni di se stesso, bravo e autoironico), Boyle e Curtis non fanno che altro che giocare con la beatlemania per sfiorare il tema predominante che attraversa il cinema recente, da Quentin Tarantino ad Avengers: Endgame, fino a serie Tv come Future Man.
L’incapacità di “accettare il finale della storia” si traduce con insistenza in una rilettura/riscrittura della stessa. Un pubblico che rifiuta il proprio presente e guarda malinconicamente al passato, come a un’epoca aurea irraggiungibile, chiede al cinema di essere consolato. Al vecchio medium inventato dai fratelli Lumière tocca quindi ricollocare i sogni su grande schermo, resuscitare i morti, correggere derive inquietanti. In questo senso Yesterday coglie appieno lo spirito del tempo, finendo per centrare il bersaglio ben più che sul lato più strettamente beatlesiano della faccenda.

Diviene quasi più semplice accettare il fatto che un blackout cancelli interi avvenimenti storici rispetto a credere che tutte le hit dei Beatles possano rappresentare dei successi planetari anche oggi, chiunque sia a proporle. Probabilmente sarebbe stato più coraggioso percorrere la strada dell’anonimato di Jack Malik fin dove possibile, anziché proiettarlo da subito nel music business della Città degli Angeli. […] Ma poi siamo sicuri che il nostro mondo reale sia “quello con i Beatles”? O quel che resta del loro sogno infranto è troppo poco per crederci davvero? Forse è davvero meglio rivolgersi verso ieri, quando i nostri guai sembravano così lontani.

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..IN UN MONDO CHE HA DIMENTICATO I BEATLES

Cristina Tenco – Cinematographe.it

Yesterday è il titolo del nuovo film di Danny Boyle (premio Oscar per The Millionaire, 2009) che torna sul grande schermo in collaborazione con Richard Curtis (nominato all’Oscar per Quattro Matrimoni e un Funerale e autore di successi di pubblico come Notting Hill), per confezionare una pellicola romantica e fantasiosa, che parte da una premessa assurda quanto curiosa. Con l’esordiente Himesh Patel nel ruolo del protagonista e la bravissima Lily James (Cenerentola, 2015) in quello della co-protagonista femminile, Boyle ripesca dai suoi passati successi la tecnica e alcune tematiche, con l’intento d’illudere lo spettatore che Yesterday sia un film innovativo.
Jack Malik (Himesh Patel) è un aspirante musicista che cerca in ogni modo di emergere dalla propria tediosa quotidianità di artista per piccoli eventi come feste di compleanno di bambini; con un fervente seguito di amici fan, Jack trova il vero sostegno nell’amica e manager Ellie (Lily James), sua compagna di scuola fin dall’infanzia e “segretamente” innamorata di lui. Dopo l’ennesimo fallimento al Latitude Festival, a cui Ellie è riuscita a far partecipare Jack, questi decide di “appendere la chitarra” e ritirarsi; un incidente però, cambierà le carte in tavola e permetterà a Jack di diventare in pochi mesi una star internazionale.
Durante un blackout a livello mondiale di 12 secondi Jack viene infatti investito da un autobus e, al suo risveglio, scopre che l’umanità ha dimenticato alcune tra le più grandi “invenzioni” di sempre: dalle sigarette alla Coca Cola, da Harry Potter ai mitici The Beatles. Il giovane non ci pensa due volte e comincia a spacciare opere d’arte come Yesterday o Let It Be come propri… Il successo è immediato e assicurato.
Dopo successi di critica e pubblico come il citato The Millionaire o l’intramontabile Trainspotting, cosa poteva pescare ancora dal proprio cappello di regista Danny Boyle? La risposta è Yesterday. Il regista coglie al volo l’idea “geniale” dello sceneggiatore Richard Curtis per confezionare un film che si prende gioco dello spettatore, illudendolo che il vero protagonista del film sia qualcosa che appartiene a ieri, ovvero i mitici Beatles. Che mondo sarebbe senza i Beatles? Ma che mondo sarebbe anche senza le sigarette, la Coca Cola o Harry Potter? Probabilmente un mondo che andrebbe avanti comunque.
Boyle scommette sull’impatto mediatico della fama dei Beatles (giocarsi la trama con un protagonista musicista è sicuramente più facile che con uno scrittore o un inventore qualsiasi) per confezionare una semplice e già vista e rivista commedia romantica. Sì perché, in fondo, Yesterday non è altro che una banalissima storia d’amore e anzi, la più banale di tutte: la storia di due ragazzi, amici fin dall’infanzia, segretamente innamorati ma con un Lui che non riesce a farsi avanti e a capire che la felicità gli è proprio di fronte.
Lo zuccheroso Boyle intrattiene molto bene lo spettatore, facendolo ridere di gusto (grazie sempre alla sceneggiatura) ma cade sul finale che è romantico e scontato oltre ogni immaginazione. Il protagonista ricorda eccessivamente (e sinceramente non si capisce neanche il motivo di questa scelta) Dev Patel in The Millionaire, seppur la sua vena ironica sia lodevole, mentre la vera “rivelazione” è Lily James: perfetta per la parte, si distingue sullo schermo e rende sopportabile anche il finale tutto caramelle.
Anche la regia è caratteristica di Boyle e ricorda molto l’intramontabile Trainspotting; da citare anche la fotografia, molto curata, e la vena comica della McKinnon che sta facendo incetta di ruoli da commedia e interpreta qui la manager sia di Jack, sia del (vero) Ed Sheeran, moderno “poeta” romantico.

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BREVE STORIA DEI BEATLES

Gli anni Sessanta sono segnati da una grande rivoluzione ideologica e culturale che parte dai giovani di allora e arriva fino alla generazione successiva. Sono gli anni del progresso tecnologico, dell’emancipazione femminile e delle lotte razziali.

I Beatles sono parte di questa grande rivoluzione.
La storia dei Beatles, uno dei maggiori fenomeni della musica rock e di quella pop contemporanea, ha inizio a Liverpool il 6 luglio 1957, quando i giovanissimi John Lennon e Paul McCartney incrociano i loro destini sul palcoscenico della Woolton Parish Church, nel corso di un concerto rock in cui sono chitarristi in due diversi gruppi musicali. Dalla loro collaborazione nasceranno, tra il 1962 e il 1970, una serie memorabile di successi musicali.
Ai due si aggiunge, nel 1958, un compagno di scuola di Paul, George Harrison.

I futuri Beatles, all’epoca si chiamano “The Quarrymen” e propongono una miscela di musica skiffle e rock’n’roll. In quello stesso anno, la vita dell’anticonformista John Lennon viene indelebilmente segnata dalla tragica morte della madre ed è allora che la musica diventa per lui la prima ragione di vita. Sarà proprio Lennon a guidare i futuri Beatles verso il successo. Nel 1959, entra nel gruppo il poco esperto bassista Stuart Sutcliffe e un anno dopo, il batterista Pete Best.
Nel 1960, il gruppo, con il nome di Beatles, va ad Amburgo dove viene creato il look che, dagli abiti al taglio di capelli, entrerà nella storia. Tornati a Liverpool, i Beatles, si esibiscono al “Cavern Club” e la loro fama incomincia a diffondersi. Nel 1961 incidono il loro primo 45 giri, “My Bonnie”, come gruppo spalla del cantante Tony Sheridan. È la loro prima esperienza e vede Paul McCarteny sostituire Stuard Sutcliffe al basso. Nel 1962, i Beatles, fanno un provino alla casa discografica “Decca”, ma il loro potenziale non viene intuito e viene così commesso quello che viene ricordato come uno degli errori più grandi della storia del mercato discografico.
Il gruppo viene scritturato dalla grande casa discografica “EMI” che chiede, però, la sostituzione del batterista Pete Best ed è così che entra a far parte della band Ringo Starr, conosciuto ad Amburgo dove suonava con i Rory Storm & the Hurricanes.

Il 5 ottobre del 1962 esce “Love me do”, il loro primo grande successo internazionale. Ha inizio la “Beatlemania”. Nel 1964 cinque loro pezzi sono nei primi cinque posti nella classifica americana. Nel 1965, la Regina Elisabetta II, conferisce loro l’onorificenza di Baronetti con una cerimonia ufficiale a Buckingham Palace.
Alla fine degli anni Sessanta, l’armonia del gruppo viene segnata da diversi malumori tra i vari componenti.

 

L’ultimo concerto dal vivo si svolge al Candlestick Park di San Francisco, il 29 agosto del 1966. “Let it be”, nel 1970, è il loro ultimo disco. Il 10 aprile di quell’anno, Paul McCartney annuncia pubblicamente lo scioglimento del gruppo.
I Beatles hanno segnato la storia della musica e sono stati gli interpreti della loro generazione. Li ricordiamo nella storica foto, scattata da Iain McMillan, l’8 agosto 1969, che li ritrae sulle strisce pedonali di Abbey Road (la via di Londra dove si affacciano gli Abbey Road Studios, nei quali i Beatles incisero per l’intera carriera) per la copertina dell’omonimo album, che diventerà una delle più simboliche della storia del Rock.

 

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YESTERDAY: LA CANZONE PIÙ FAMOSA DEL XX SECOLO

Lorenzo Mambella – R3M

Tra i brani di maggior successo (se non il migliore) dei Beatles c’è sicuramente Yesterday, pubblicato nel 1965 nell’album Help!. Il brano viene definito da diverse fonti come il più famoso del ventesimo secolo, oltre che il brano con più registrazioni, collezionando più di 1600 cover. Andiamo dunque a vedere come questo celebre pezzo abbia consacrato i The Beatles e reso la melodia una delle più conosciute della storia. La creazione del brano Yesterday nacque da un sogno di Paul McCartney. Mentre dormiva a casa della sua compagna Jane Asher, McCartney sognò di comporre una melodia, alzandosi improvvisamente dal letto e correndo verso il pianoforte prima di far svanire il ricordo. Seppur la melodia fosse pronta, mancavano ancora il testo e un arrangiamento che la reggesse. Paul McCartney ci mise molto tempo a completare il brano, facendo spazientire anche gli altri tre componenti del gruppo.
Il 27 maggio 1965 Paul volò a Lisbona per una vacanza, a casa di Bruce Welsh, cantante degli Shadows. McCartney completò il brano Yesterday e lo registrò pochi mesi dopo, con l’arrangiamento semplice di chitarra e archi. Quest’ultima decisione, secondo alcune fonti, fu un suggerimento del geniale produttore George Martin, definito “il quinto Beatle” per il suo lavoro nella maggior parte delle registrazioni del gruppo.

Paul McCartney fu totalmente innamorato della canzone (probabilmente anche a causa delle fatiche che gli erano costate). Il resto dei Beatles fu contrario però ad una sua pubblicazione nell’album, in quanto non in linea con l’immagine del gruppo. Il brano Yesterday venne comunque pubblicato successivamente raggiungendo un successo eclatante. La genialità del brano Yesterday risiede nella sua semplicità. Con un arrangiamento semplice e innovativo, e un testo chiaro e tutto sommato banale, Paul McCartney ha reso possibile un nuovo concetto musicale per l’epoca, secondo cui la melodia poteva essere sinonimo di bellezza o, addirittura, capolavoro.

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MGF