Fu un programma di ricerca degli Stati Uniti per la realizzazione delle prime armi nucleari. Nato dal timore dei progressi della ricerca tedesca in materia atomica, il Manhattan è diventato in breve tempo un progetto totalizzante, che ha determinato per anni lo sforzo di un intero paese per il raggiungimento di un obiettivo militare tanto ambizioso quanto estremo.

Parteciparono al progetto alcuni dei più noti fisici del Novecento, come il premio Nobel italiano Enrico Fermi, l’inventore del ciclotrone Ernest Lawrence e Robert Oppenheimer.

Tutto cominciò nel 1938 con la scoperta della fissione nucleare da parte degli scienziati tedeschi Otto Hahn e Fritz Strassmann. Da qui nacque il timore statunitense che i nazisti potessero in breve tempo realizzare un’arma di distruzione di massa dalla potenza mai conosciuta prima: la bomba atomica.

Fu lo stesso Albert Einstein, insieme a un gruppo di noti scienziati del tempo, a scrivere al presidente Franklin Delano Roosvelt, mettendolo in guardia riguardo ai presunti intenti dei nazisti. Per questo motivo, in breve tempo iniziarono anche negli Stati Uniti i primi studi nel campo della fisica nucleare, principalmente all’università della California, a Berkley, e alla Columbia University, a New York. I primi progressi nell’ambito della ricerca pura richiesero poi ulteriori risorse, e uno sforzo ancora più deciso, per svolgere quello che oggi chiameremmo il trasferimento tecnologico e giungere quindi rapidamente all’obiettivo finale.

 

Così nel 1942, nel pieno della Seconda guerra mondiale, il governo statunitense si impegnò per creare prima dei nazisti dei laboratori capaci di produrre un ordigno atomico. Il progetto Manhattan fu ufficialmente istituito il 13 agosto 1942 e coinvolse in pochissimo tempo esperti provenienti da ogni parte del mondo e di svariati settori: oltre a chimici, fisici, ingegneri e specialisti di esplosivi, collaborarono ingegneri, militari e medici. La supervisione scientifica fu affidata a Robert Oppenheimer, motivo per cui gli venne convenzionalmente attribuito l’appellativo di inventore della bomba atomica. All’interno del progetto Manhattan, alcune persone furono anche inviate in territorio nemico per indagare il programma nucleare militare tedesco, con l’obiettivo di raccogliere segretamente materiale e documenti utili per favorire la ricerca.

Una delle sfide più complesse che dovette affrontare il governo nordamericano riguardò la scelta del luogo dove realizzare i centri di ricerca nucleare. Bisognava trovare un luogo ampio, isolato, distante dalla costa e lontano dai grandi centri abitati. Era impossibile riunire tutti i laboratori in un unico sito e per questo ne furono scelti tre, lontani tra loro: Oak Ridge (nel Tennessee), Los Alamos (nel Nuovo Messico) e Hanford (Washington). Insomma, nonostante si chiamasse Manhattan, conosciuto come il distretto più famoso e importante di New York, i centri di ricerca furono dislocati in vari luoghi del territorio statunitense.

 

Il tutto venne costruito silenziosamente e, oltre a sfrattare tutti i residenti e a proibire loro di parlare dell’argomento, i centri non furono mai inseriti nelle mappe ufficiali. Insomma, una missione super segreta dai tratti patriottici. All’inizio si viveva in tenda o in altri rifugi di fortuna, poi con il tempo all’interno di queste aree top secret non mancò più nulla: gli scienziati vivevano insieme alle famiglie e potevano disporre di rifornimenti, laboratori, fabbriche, scuole e ospedali. Complessivamente furono spesi 2 miliardi di dollari dell’epoca, che corrispondono a circa 30 o 50 miliardi di dollari attuali. Per comprendere la vastità del progetto basta riflettere sul fatto che i tre agglomerati ospitarono 125mila scienziati, tutti impegnati in una missione nel rispetto del più rigoroso segreto militare.

 

Nel giro di qualche anno, l’immenso lavoro di ricerca stava iniziando a dare frutti e, mentre i nazisti erano ancora alle fasi preliminari, furono realizzate per la prima volta la bomba all’uranio e quella al plutonio. Nella mattina del 16 luglio del 1945 nel deserto della Jornada del Muerto, nel Nuovo Messico, gli scienziati del progetto Manhattan testarono Gadget, la prima bomba atomica della storia.

 

 

Era la premessa degli storici attacchi nucleari su Hiroshima e Nagasaki, che sarebbero arrivati poco dopo.

La morte di decina di migliaia di persone e le conseguenze derivanti dalle radiazioni hanno sollevato, al di là dell’impatto sulle sorti del conflitto, numerose questioni etiche e morali, che ancora oggi non possono certo ritenersi risolte.

Fonte: Wired Italia

MGF