Regia di Simon Curtis – Gran Bretagna, 2022
con Hugh Bonneville, Laura Carmichael, Jim
Carter
Durata 125′

 

 

 

 

 

LA TRAMA

Nella splendida tenuta di Downton Abbey, situata nella campagna inglese, vedremo ancora una volta intrecciarsi le vicende della famiglia Crawley con quelle della sua servitù. Mentre la villa è in pieno subbuglio a causa dei preparativi per il matrimonio di Tom Branson (Allen Leech) e della signorina Lucy Smith (Tuppence Middleton), ex cameriera, Lady Violet Crawley Grantham (Maggie Smith) riceve in eredità una villa nel sud della Francia. Riunita la famiglia, l’anziana Violet spiega come questa dimora, nota come Villa delle Colombe, le sia stata donata in gioventù da un uomo, con cui ha avuto una storia d’amore, prima di conoscere il suo futuro marito. Ora che il suo giovane amore è morto, la villa, ormai non più segreta, è passata di proprietà alla signora, che decide di recarvisi per un soggiorno, accompagnata da una parte della famiglia e dagli immancabili e fedeli servi, Mr. Carson (Jim Carter) e Mrs. Hughes (Phyllis Logan).
Nel frattempo a Downton Abbey si respira una ventata di modernità con l’arrivo del produttore Jack Barber (Hugh Dancy) e della sua troupe cinematografica, pronta a girare un film all’interno del lussuoso palazzo con l’appoggio di Lady Mary (Michelle Dockery). Non mancheranno di certo gli intrighi e i misteri, come quello sul passato di Lady Violet.

 

LA RECENSIONE

Il film riprende sostanzialmente da dove ci eravamo lasciati nel 2019. I Crawley stanno per varcare la soglia degli anni Trenta e la loro situazione economica e sociale non è delle migliori: i tempi dell’aristocrazia sono ormai lontani e il subbuglio socio-culturale che ha colpito l’Europa a partire dalla fine della Prima Guerra Mondiale ha rimescolato le carte in tavola. La famiglia di Downton si trova alle strette e quando un cineasta si presenta alla porta, speranzoso di poter girare alcune scene del suo prossimo film nella fastosa dimora in cambio di una generosa somma di denaro, i Crawley sono costretti ad accettare. Nel frattempo, dalla Francia arriva la notizia che la contessa madre (la sempre pungente Maggie Smith) ha ereditato una villa sulla Costa Azzurra da una sua vecchia conoscenza. Così, la narrazione si scinde in due direttrici: da un lato seguiamo le riprese del film di Jack Barber , mentre dall’altro troviamo i coniugi Crawley , la figlia Edith e i novelli sposi Tom e Lucy diretti verso il sud della Francia. Downton Abbey II – Una nuova era segue la traiettoria che abbiamo imparato a conoscere bene: una serie di equivoci, problematiche e incomprensioni si vengono a creare per poi trovare risoluzione nel corso della pellicola. Tuttavia, abbiamo notato, ancora più che in passato, una certa “serenità” che ammanta le situazioni e le relazioni tra i personaggi. Quella punta di acidità, di conflitto, che ha contraddistinto la serie per il corso delle sue sei stagioni, ha trovato quiete in una strana parentesi idilliaca priva di rancore e risentimento. Dal punto di vista prettamente audiovisivo, invece, la pellicola cerca di rimanere sui solchi tracciati dalla serie, prima, e dal lungometraggio, poi, ma la regia di Simon Curtis spesso si spinge un po’ oltre, con vedute aeree elaborate e per lo più pompose. A parte queste piccolezze espressive, tutto ciò che si trova dinanzi alla macchina da presa è degno della produzione che rappresenta, portando Downton agli albori degli anni Trenta con grande semplicità ed eleganza. Downton Abbey II – Una nuova era non è uno di quei film che rende particolarmente meditativi e loquaci dopo la visione. È una produzione degna del nome che porta, che riesce ancora a reggere il peso che porta sulle sue spalle. Ogni volta è come ritrovare vecchie amicizie e passare un paio d’ore in loro compagnia. Tutto e nulla è cambiato. Eppure, quel brivido lungo la schiena quando la tenuta di Downton fa la sua prima apparizione in scena resta una costante che difficilmente tenderà a sparire.

Mattia Pescitelli – studente di Cinema, Televisione e Nuovi Media in DAMS – Università degli Studi Roma

 

IL REGISTA

SIMON CURTIS
Londra – Regno Unito
11 marzo 1960

Simon Curtis è un regista, produttore televisivo e produttore cinematografico britannico. Ha iniziato la sua carriera da regista al Royal Court Theatre, dove è stato vicedirettore di Max Stafford Clark e direttore del Theatre Upstairs. Le sue numerose fatiche hanno incluso la prima mondiale di Road, la prima commedia scritta da Jim Cartwright che è stata prodotta per la prima volta nel 1986 al Royal Court Theatre Upstairs, con Curtis alla direzione. Lo spettacolo esplora la vita delle persone in una zona povera e operaia del Lancashire durante il governo di Margaret Thatcher , un periodo di alta disoccupazione nel nord dell’Inghilterra. Nonostante la sua natura esplicita, è stato considerato estremamente efficace nel ritrarre la disperazione della vita delle persone in questo momento, oltre a contenere una grande quantità di umorismo. Ambientato su una strada in una notte movimentata, il pubblico si addentra nelle case sulla strada e nelle vite dei personaggi.

 

 

 

Da allora ha lavorato a lungo con la BBC Television and Films, guadagnando incarichi per oltre cinquanta regie e produzioni. È stato nominato per un Emmy e cinque BAFTA TV Awards. Nel 2011 Curtis scrive e dirige Marilyn, con cui ottiene una certa popolarità anche fuori dal Regno Unito.

È sposato dal 1992 con l’attrice statunitense Elizabeth McGovern, la Cora Crowley di Donwton Abbey. La coppia ha due figlie ed è residente a Chiswick, Londra

 

 

 

MGF