LIVING: SCHEDA FILM, REGISTA E PROTAGONISTA
Drammatico – 102′
Regia di Oliver Hermanus – Gran Bretagna, 2022
con Bill Nighy, Aimee Lou Wood, Alex Sharp
LA TRAMA
Williams è un veterano della Seconda Guerra Mondiale e lavora come impiegato in un ufficio governativo, l’ennesimo ingranaggio della burocrazia Il suo compito consiste nello stabilire se chi richiede le autorizzazioni per utilizzare i luoghi pubblici ha i titoli per farlo, ed è inappuntabile nell’eseguire le pratiche.. Gli viene diagnosticata una malattia molto grave ma piuttosto che informare il figlio, ormai adulto e unico parente che gli è rimasto dopo la morte della moglie, decide di ignorare la situazione e trascorrere una notte brava con uno scrittore bohémien. Tuttavia l’incontro con un ex collega, Margaret, lo spingerà a ritrovare il significato della vita e del tempo che gli resta., tanto da iniziare a prendere in considerazione la possibilità di favorire la richiesta, apparentemente inaccettabile, della concessione di un parco giochi per piccoli pargoli…
LA RECENSIONE
IL SENSO DELLA VITA PER BILL NIGHY IN UN FILM TOCCANTE, TRA TOLSTOJ E KUROSAWA
Qualcuno potrebbe pensare che si deve essere davvero dei pazzi per decidere di confrontarsi con il remake di un capolavoro di Akira Kurosawa. Le possibilità di venire schiacciati dal peso del confronto sono innumerevoli. È normale quindi che all’annuncio del rifacimento di Vivere, classico del 1952 firmato dal regista giapponese (a sua volta ispirato ad una novella di Lev Tolstoj, La morte di Ivan Il’ič), in molti
abbiamo storto il naso. Ma Living, film diretto da Oliver Hermanus e scritto dal Premio Nobel Kazuo Ishiguro non è soltanto un remake/omaggio riuscito ma anche un film profondamente commovente.
Spostando l’ambientazione del film da Tokyo alla Londra del 1953 ancora intenta a fare i conti con le macerie materiali e morali della Seconda Guerra Mondiale, Living racconta la storia di Mr. Williams (un gigantesco Bill Nighy), anziano dipendente pubblico stretto nella morsa di una vita sempre uguale resa ancora più solitaria dalla morte della moglie. Quando scopre di avere un male incurabile la notizia
lo porta a fare un bilancio della sua esistenza e decide di spendere gli ultimi mesi che gli restano da vivere provando a non sprecarne nemmeno un minuto. Grazie all’aiuto di Peter (Alex Sharp), un giovane idealista appena assunto, William decide di prendere in mano una pratica aperta da un gruppo di mamme decise a far costruire un parto giochi in un’area degradata. Non è un caso che l’adattamento del film di Kurosawa sia ambientato in Inghilterra: anche la società inglese ha una capacità di controllare le emozioni fino a reprimerle. È quello che ha fatto Williams per oltre vent’anni dopo la morte della moglie. Ma quella sentenza di morte scatena in lui un’irrefrenabile voglia di vivere. Il film di Hermanus lo mette in scena in modo molto preciso mostrandoci la freddezza e compostezza dell’ambiente lavorativo e casalingo della prima parte della sceneggiatura, con lo schiudersi del protagonista nella seconda parte. La scrittura di Ishiguro è raffinata nel creare un’atmosfera quasi sospesa, dosando con attenzione le parole. La fotografia di Jamie Ramsay dona al film uno spessore, una densità tali da
sembrare scatti di un’epoca passata nel suo giocare sui contrasti. Come quelli interiori che vive il protagonista di questa storia. Uno zombie che per anni ha camminato senza una meta in grado di afferrare tutta la bellezza della vita ad un passo dalla sua fine.
Manuela Sattacatterina – Giornalista e critico cinematografico
IL REGISTA
OLIVER HERMANUS
Cape Town – Sudafrica – 1983
Oliver Hermanus e un regista e scrittore sudafricano. Dopo la laurea in cinema, media e studi visivi, ha lavorato come fotografo per un’agenzia di stampa. Ha poi completato gli studi alla London Film School, realizzando il suo primo film, Shirley Adams (2009).
In seguito ha diretto Beauty (vincitore del Queer Palm Award al Festival di Cannes 2011), The Endless River (primo film sudafricano in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2015), e Moffie (2019) e Living (2022)
IL PROTAGONISTA
BILL NIGHY
Caterham – Regno Unito
12 dicembre 1949
Bill Nighy è un attore molto acclamato di origine inglese. Nel 1991, divenne noto al pubblico televisivo per il suo ruolo del Professor Mark Carleton nella miniserie della BBC La stanza degli uomini. Da allora il talentuoso attore ha accumulato molti altri importanti riconoscimenti sia sul grande schermo che sul piccolo schermo.
Bill Nighy è nato a Caterham, una città nel distretto di Tandridge nel Surrey, sua madre Catherine Josephine aveva origini irlandesi mentre suo padre Alfred Martin Nighy era di origini inglesi. Mentre frequentava la John Fisher School, una scuola cattolica per soli ragazzi, Nighy faceva parte del gruppo teatrale della scuola. In seguito si è formato alla Guildford School of Acting. Da quando ha segnato il suo debutto sullo schermo nella serie della BBC Softly, Softly: Taskforce (1976), Bill Nighy è apparso in innumerevoli produzioni televisive, in particolare sulla BBC. Il brillante lavoro di Nighy come attore cinematografico e televisivo gli ha procurato un grande successo di critica nel corso degli anni.
La sua interpretazione nel film commedia di successo Love actually (2003) gli è valso numerosi riconoscimenti tra cui il Premio BAFTA 2003 per il miglior attore non protagonista.
Bill Nighy non è mai stato sposato. Tuttavia, ha avuto un coinvolgimento romantico a lungo termine con l’attrice inglese Diana Quick. Il duo si riunì nel 1981 dopo aver recitato in una commedia al Royal National Theatre di Londra. La loro relazione è durata per 27 anni durante i quali hanno avuto un figlio insieme. Si separarono amichevolmente nel 2008.
Sua figlia Mary Nighy è nata il 17 luglio 1984 e molto simile a suo padre, è attrice e regista.
L’attore è un appassionato amante del calcio ed è un sostenitore del Crystal Palace Football Club. È anche patrono di diverse organizzazioni di beneficenza, tra cui la Beneficenza per bambini del Crystal Palace, l’Ann Craft Trust e l’organizzazione benefica per bambini con sede a Londra “Scene & Heard”.
MGF