Azione
Regia di Joseph Kosinski
USA, 2022
con Tom Cruise, Miles Teller, Jennifer Connelly
Durata 131

 

 

 

 

LA TRAMA

Il Tenente Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise), tra i migliori aviatori della Marina, dopo più di trent’anni di servizio è ancora nell’unico posto in cui vorrebbe essere. Evita la promozione che non gli permetterebbe più di volare, e si spinge ancora una volta oltre i limiti, collaudando coraggiosamente nuovi aerei. Chiamato ad addestrare una squadra speciale di allievi dell’accademia Top Gun per una missione segreta, Maverick incontrerà il Tenente Bradley Bradshaw (Miles Teller), nome di battaglia “Rooster”, figlio del suo vecchio compagno di volo Nick Bradshaw “Goose”. Alle prese con un futuro incerto e con i fantasmi del suo passato, Maverick dovrà affrontare le sue paure più profonde per portare a termine una missione difficilissima, che richiederà grande sacrificio da parte di tutti coloro che sceglieranno di parteciparvi.

 

LA RECENSIONE

UN FILM SUL SUPERAMENTO DELLA MORTE E SULLA SOPRAVVIVENZA DELL’UOMO ALLA MACCHINA

Solo ora mi rendo conto quanto il primo Top Gun sia sempre stato un film sulla morte. Pete Mitchell è circondato di lutti (padre, madre, compagno di volo) e la sua guida spericolata si configura come una via di mezzo tra l’istinto suicida e l’unico possibile canale per la via eterna, ovvero verso il mito (cinematografico). Questo sequel clone riparte sostanzialmente da qui. Da questa necessità di diventare divinità resistendo alla gravità della vita e alle cicatrici dei lutti. E quindi il titolo rimanda inevitabilmente a un nome proprio, che è quello dell’eroe protagonista entrato nell’immaginario collettivo e che non a caso significa “anticonformista, indipendente”, in perfetta sovrapposizione al Cruise attore, produttore, imprenditore, spiritualista.

Il suo Pete Mitchell/Maverick è un pioniere dei cielo, un Icaro post-moderno che non ha paura di avvicinarsi troppo al sole o di salire troppo in alto. Anzi una delle figure più ricorrenti in questo Top Gun: Maverick diretto da Joseph Kosinski è proprio l’ascensione verticale oltre ogni limite. All’inizio Cruise deve spingere al massimo il suo Stealth per sfidare la velocità del suono e raggiungere il limite di mach 10. Più avanti nelle esercitazioni della missione suicida per cui è stato chiamato dalla Top Gun per istruire i giovani piloti del futuro – tra questi c’è anche Rooster, il figlio di Goose, con tutti i conflitti psicologici e personali da superare nei confronti della figura paterna e di quella di Maverick – dovrà ancora una volta testare le capacità (sovra)umane, attraverso la verticalità e la velocità, andare oltre i confini di spazio-tempo in un’area superomistica da Mission:Impossible.

Perché nonostante si guidino arei da milioni di dollari, sono le capacità individuali che nel mondo Top Gun fanno ancora la differenza, il “volare come nessuno ha mai finora finora”, in quella che diventa quasi una dichiarazione poetica sulla preminenza del fattore (super)umano nei confronti della tecnica. La lotta tra uomo e tecnologia e la necessità di risparmiare ancora del tempo prima che i droni, l’elettronica e la guerra virtuale soppiantino definitivamente il vecchio mondo.

La tua razza è destinata all’estinzione” dice Ed Harris a Cruise, “Non oggi!” risponde l’eroe. Dichiarazione che sin dai titoli di testa – con la ripresa integrale del tema musicale di Harold Faltermeyer – si fa esplicita, ripercorrendo soluzioni narrative e registiche del film di Tony Scott, alla cui memoria Top Gun: Maverick è dedicato. Del resto come l’immortalità ha bisogno della morte per definire se stessa, così i maverick di ieri e di oggi devono superare il lutto dei padri per diventare i nuovi dei del cielo.

Carlo Valeri – Giornalista e critico cinematografico

 

IL REGISTA

JOSEPH KOSINSKY
Marshalltown – USA
3 maggio 1974

Tra fascinazione e visioni apocalittiche, il cinema di Joseph Kosinski affronta il paradosso dell’esaltazione tecnologica e delle perplessità che ne conseguono. I suoi protagonisti, illuminati da luce bluastra e livida, vivono immersi in mondi virtuali in cui la tecnologia prende vita, appare umana e assume sembianze che ne mostrano l’anima. Classe ’74, Joseph Kosinski cresce nello Iowa. Figlio di un medico, si trasferisce a Los Angeles dove si avvicina alle arti visive attraverso il fumetto. Nel 2005 inizia a scrivere una graphic novel intitolata Oblivion. Il lavoro non viene pubblicato e viene accantonato per dedicarsi agli studi di grafica digitale. Alunno e poi assistente alla Columbia GSAPP, Kosinski sperimenta l’utilizzo delle arti visive attraverso l’imprescindibile supporto tecnologico.

 

 

Il fascino delle possibilità virtuali si trasforma in cifra stilistica per la sua nascente carriera da regista di spot televisivi. Diverse multinazionali statunitensi si affidano al suo stile visivo algido, ma penetrante, efficace nel mostrare possibilità di prodotti orientati al futuro. Specializzato in spot di videogame, nel 2007 Kosinski viene premiato per gli effetti visivi dello straniante spot di Gears Of War. Il mondo dei computer e dell’intrattenimento sono il suo habitat e per questo la Disney gli affida il difficile compito di un sequel: riaccendere i neon del loro cult Tron (1982). Con Tron Legacy (2010) Kosinski dirige un’esperienza visiva ed immersiva, con il merito di non limitarsi né alla citazione, né al semplice giocattolo visivo, ma mettendo in scena un manifesto significativo per i nativi digitali. Nel 2013 riesce a rispolverare un vecchio progetto, iniziato sottoforma di graphic novel. Oblivion (2013) è un film che lo vede impegnato nella triplice veste di regista, produttore e sceneggiatore. Tom Cruise è il protagonista di un’opera coerente con gli intenti analitici di un regista interessato al recupero di una radice di calore umano in un mondo mediato a rischio aridità. Dopo Fire Squad – Incubo di fuoco (2017), nel 2020 torna a lavorare con Tom Cruise in Top Gun – Maverick. In concomitanza alle sue occupazioni cinematografiche, Kosinski è anche un assistente insegnante per l’architettura, specializzato nel campo della modellazione tridimensionale e grafica.

MGF