L’ARMA DELL’INGANNO: SCHEDA FILM E REGISTA
L’ARMA DELL’INGANNO –
Operazione Mincemeat
Storico, Drammatico
Regia di John Madden – USA, 2022 – 128′
con Colin Firth, Matthew MacFadyen, Penelope Wilton
LA TRAMA
Siamo nel 1943. Gli alleati sono determinati a spezzare la morsa di Hitler sull’Europa occupata, il loro piano è un assalto totale in Sicilia ma si trovano ad affrontare un grande dilemma – come fare per proteggere una massiccia forza d’invasione da un potenziale massacro. Il compito ricade su due straordinari agenti dell’intelligence, Ewen Montagu (Colin Firth) e Charles Cholmondeley (Matthew Macfadyen) che danno vita alla più geniale e improbabile strategia di disinformazione della guerra – incentrata sul più improbabile degli agenti segreti: un uomo morto. L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat, è la straordinaria storia vera di un’idea che sperava di cambiare il corso della guerra – sfidando ogni logica, a rischio di innumerevoli perdite e mettendo a dura prova il coraggio dei suoi ideatori.
LA RECENSIONE
UN FILM SUL POTERE DELLA MANIPOLAZIONE DEL REALE E DELL’IMMAGINAZIONE COME ATTO CREATIVO
Uno scantinato nel centro di Londra, una messa in scena strampalata e improbabile, e il genio creativo di chi ebbe il compito di renderla credibile. Si chiamava Operazione Mincemeat, fu la missione segreta realmente orchestrata dai servizi segreti britannici durante la seconda Guerra Mondiale per raggirare le truppe di Hitler, e qui dà il titolo al film con cui John Madden ha deciso di raccontarla. Sullo sfondo la realtà storica in un gioco di ribaltamenti e ricostruzioni che rimandano costantemente alla riflessione metartistica.
Bizzarra, rocambolesca, ironica, ma anche romantica, tragicamente umana e addirittura vera. Per quanto possa sembrare assurda la storia che John Madden racconta con L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat è realmente accaduta, non solo: ha cambiato per sempre le sorti e il futuro dell’Europa, imponendosi come svolta risolutiva della Seconda Guerra Mondiale. In pochi sanno che la trama dell’Operazione Mincemeat fu presa in prestito da una finzione scenica suggerita da Ian Fleming (Johnny Flynn), lo scrittore dei fortunati romanzi di James Bond. Fleming l’aveva letta in un romanzo di Basil Thompson e fu lui a proporla all’ammiraglio John Godfrey (Jason Isaacs). Potremmo definirla un’antesignana delle fake news: John Madden lascia infatti il conflitto sullo sfondo per mettere in piedi una riflessione sul potere della manipolazione del reale e sull’origine della creazione artistica. A interessarlo non sono solo i doppi giochi e i depistaggi di una classica
trama da film di spionaggio, le regole e le convenzioni del genere diventano infatti un pretesto per indagare altro come l’uso dell’immaginazione in tempo di guerra, l’esplorazione dell’inganno e del falso in tutte le sue declinazioni. Fino a rintracciarne le origini dell’atto creativo di un’opera d’arte: cos’altro è la rappresentazione se non una contraffazione del reale? Tutti i personaggi scrivono e immaginano qualcosa: lettere d’amore, pezzi di vita di uno sconosciuto da far piombare nel mezzo del Mediterraneo.
Perché nella guerra invisibile laddove “un uomo muore un altro comincia il suo viaggio” e così può anche capitare che il destino del mondo dipenda “da un cadavere su un carretto“; in questa guerra gli eroi non hanno volti e gli uomini coraggiosi finiscono sepolti assieme ai
dossier sotto chiave. Come dimostrano i personaggi interpretati superbamente da Colin Firth e Matthew MacFadyen, uomini comuni che all’alba del nuovo giorno hanno solo bisogno di “bere qualcosa“. Un film godibile, una storia di spionaggio che sfrutta le convenzioni del genere ma per prendere direzioni inaspettate che sapranno intrattenere lo spettatore. John Madden firma un film dove trovano posto l’elogio dell’immaginazione come atto creativo e il ruolo della manipolazione della verità nella Storia.
Elisabetta Bartucca – Giornalista, pubblicista, Web Editor ed esperta di cinema
IL REGISTA
JOHN MADDEN
Portsmouth – Regno Unito
8 aprile 1949
E’ un regista e produttore esecutivo britannico con 16 film e 2 serie TV nella sua filmografia.
Nato a Portsmouth, ha studiato a Cambridge iniziando la carriera come direttore artistico alla Oxford & Cambridge Shakesperare Company prima di entrare alla BBC.
Nel 1975 si è trasferito negli Stati Uniti. Dopo aver vinto un Prix Italia per la tv si è occupato della regia di commedie allestite a Yale, Broadway e al National Theatre di Londra.
Verso la metà degli anni ’80 è tornato in Inghilterra dove ha intrapreso la regia di film e sceneggiati per la tv.
Tornato negli Usa ha diretto ‘Ethan Frome‘ con Liam Neeson e Patricia Arquette cui è seguito ‘Golden Gate‘.
Nel 1988 ha realizzato il grande successo di ‘Shakespeare in Love‘, che ha vinto sette premi Oscar fra cui quello per il miglior film.
Nel 2001 “Il mandolino del Capitano Corelli” non ha avuto uguale fortuna.
Dal libro “Il GGG” ha tratto e diretto il film d’animazione britannico nel 1989 intitolato Il mio amico gigante.
MGF