29 settembre – 2 ottobre
LICORICE PIZZA di Paul Thomas Anderson
con Alana Haim, Cooper Hoffman, Sean Penn, Bradley Cooper
Los Angeles, 1973. Gary Valentine, adolescente intraprendente e fanfarone, incontra Alana Kane, venticinquenne sul cammino dell’indipendenza. Lei gli porge specchio e pettine per la foto dell’annuario scolastico, lui le dichiara il suo amore eterno. Lei rifiuta e lui insiste. In cosa crede Gary? A cosa si oppone Alana?
Il film di Paul Thomas Anderson obbedisce a una logica infantile e procede in maniera imprevedibile in un mondo che ha quasi bandito gli adulti, come se la Neverland di Peter Pan si fosse trasferita nella periferia di Hollywood. Quando i ‘vecchi’ entrano in scena sono bigger than life, sono presenze straordinarie, incontri inattesi ed eccezionali in cui inciampa la febbre erratica di Gary e Alana.
6-9 ottobre
CORRO DA TE di Riccardo Milani
con Pierfrancesco Favino, Miriam Leone, Pietro Sermonti
Single e affascinante, Gianni è un seduttore seriale. La sua vita però è destinata a cambiare quando conosce Chiara, una donna solare e dinamica che un incidente ha reso paraplegica.
Contro la noia del politicamente corretto di facciata, ecco una commedia corrosiva nelle premesse, non banale nello svolgimento e nella sua soluzione finale. Corro da te è il remake italiano della commedia francese Tutti in piedi, che ha conquistato il pubblico d’oltralpe con un mix di political incorrectness e afflato romantico. Un Favino convincente, ma non sono da meno Miriam Leone e i caratteristi che li accompagnano. La disabilità è vista con ironia, ma sempre al giusto livello di empatia, rispetto e umanità.
13-16 ottobre
THE FRENCH DISPATCH di Wes Anderson
con Benicio Del Toro, Adrien Brody, Tilda Swinton
Arthur Howitzer Jr., figlio del fondatore e proprietario del quotidiano “The Evening Sun” di Liberty (Kansas), ha convinto anni prima il padre a finanziare un supplemento domenicale e ha installato la redazione a Ennui-sur-Blasé. Espatriata in Francia, “Picnic” diventa “The French Dispatch” e copre con stile la cronaca del paese, perché intorno alla sua scrivania, Horowitzer Jr. ha raccolto i migliori giornalisti del suo tempo.
The French Dispatch è un monumento alla grazia, con un flusso ininterrotto di dialoghi e una parata di grandissimi attori. Ogni inquadratura meriterebbe che ci fermassimo per cogliere tutti i dettagli che riempiono lo spazio e l’universo personale di un autore per cui il cinema è soprattutto arte pittorica.
20-23 ottobre
LA PROMESSA – IL PREZZO DEL POTERE di Thomas Kruithof
con Isabelle Huppert, Reda Kateb, Naidra Ayadi
Clémence è al termine del suo secondo mandato come sindaca di una città dell’hinterland di Parigi e non si ricandiderà. Prima di dire addio alla politica le resta una cosa da fare: ottenere dallo stato l’approvazione del piano multimilionario di riqualificazione della banlieue in cui ha sede Les Bernardines, un enorme complesso occupato in cui centinaia di famiglie vivono in condizioni di sovraffollamento, sfruttamento economico e pericolo di salute. Il film di Thomas Kruithof si muove a piedi, avanti e indietro, tra il centro e la periferia, tra i ristoranti affollati dei pranzi di lavoro e le sale gremite dall’assemblea dei condomini lungo una traiettoria che disegna un dialogo in lenta e faticosa costruzione, costantemente minacciato di sabotaggio.
27-30 ottobre
ELVIS di Baz Luhrmann
con Austin Butler, Tom Hanks, Helen Thomson
Nascita, crescita, apoteosi e inizio di declino di Elvis Presley, il mito di più generazioni, vengono raccontati e riletti dal punto di vista del suo manager di tutta una vita: il Colonnello Tom Parker. È lui che accompagna, con voce narrante e presenza in scena, la dirompente ascesa di un’icona assoluta della musica e del costume mentre si impegna, apertamente ma anche in segretezza, per condizionarne la vita con il fine di salvaguardare la propria.
Austin Butler rappresenta la grande sorpresa di questo film: Butler non interpreta Elvis. È Elvis. La sua è un’adesione totale alla persona e al personaggio permettendo così a Luhrmann non solo di narrarne il percorso professionale ma di leggerlo anche su un ancor più complesso piano storico e sociale.
3-6 novembre
IL RITRATTO DEL DUCA di Roger Michell
con Jim Broadbent, Helen Mirren, Fionn Whitehead
Newcastle, 1961. Kempton Bunton ha sessant’anni e qualcosa da dire, sempre. Contro il governo, contro la stupidità, soprattutto contro l’ingiustizia sociale, che combatte come Robin Hood nella Contea di Nottinghamshire. Ma la battaglia più strenua è quella domiciliare con Mrs. Bunton, la consorte inasprita dalla vita e dalla morte prematura della loro figlia. Autore di una commedia romantica divenuta un classico (Notting Hill), Roger Michell firma un film tagliato per gli Oscar. La formula? Un soggetto nobile, un décor d’epoca, una cup of tea e un ruolo di primo piano propizio alla performance attoriale: la schermaglia so british tra Jim Broadbent e Helen Mirren è certamente la cosa migliore del film.
10-13 novembre
TRA DUE MONDI di Emmanuel Carrère
con Juliette Binoche, Hélène Lambert, Léa Carne
Caen, Normandia: una scrittrice si infiltra per mesi tra le donne delle pulizie del ferryboat che attraversa la Manica, donne costrette spesso a lavorare in condizioni disumane e al di fuori di ogni regola. Carrère ha tratto la sceneggiatura di Tra due mondi dal racconto autobiografico “Il Quai de Ouistreham” scritto dalla giornalista Florence Aubenas, e invece di trarne un documentario l’ha trasformato in un’opera di finzione che affronta temi di grande attualità: la disoccupazione, la crisi economica, l’assenza di servizi sociali adeguati, il precariato, lo sfruttamento nei luoghi di lavoro.
Al centro della storia c’è l’impossibilità fra mondi diversi (come annuncia il titolo del film) di incontrarsi fino in fondo.
17-20 novembre
FINALE A SORPRESA di Mariano Cohn, Gastón Duprat
con Penélope Cruz, Antonio Banderas, Oscar Martínez
Giunto ad una veneranda età ma ancora assetato di gloria, l’imprenditore Humberto Suarez vorrebbe legare il proprio nome ad un’opera destinata a restare nella storia: il romanzo di un premio Nobel, la regista più in auge del momento, gli interpreti più bravi. L’eccentrica e visionaria Lola Cueva dirigerà dunque Félix Rivero e Ivàn Torres nel ruolo di Manuel e Pedro, fratelli di sangue e rivali in amore, in una tragedia che non risparmia colpi di scena.
È invece senza dubbio una commedia quella in cui si misurano ancora una volta Gastón Duprat e Mariano Cohn, ma sarà bene prestare attenzione a quell’immagine di apertura, un clown triste, per ricordare che la commedia non esclude la ferocia né il dramma, al contrario: si può nutrire di essi.
24-27 novembre
DOWNTON ABBEY II – UNA NUOVA ERA di Simon Curtis
Con Downton Abbey: Una nuova era la saga inglese chiude il cerchio e allo stesso tempo apre la porta ad una possibile nuova fase, come preannunciato dal titolo. Alcune linee narrative sono particolarmente commoventi, e alcuni nodi verranno sciolti in modo del tutto congruente con le premesse seminate dal film precedente.
Le dinamiche fra i personaggi sono allineate a ciò che già sappiamo di loro, mentre la trasferta francese apre visivamente ad un orizzonte più ampio, pieno di aria e di luce, ed è anche l’occasione per un ironico confronto fra culture.
La scenografia è impeccabile, la recitazione di tutti gli attori eccezionale, con punte di diamante le decane del gruppo: da Maggie Smith a Imelda Staunton a Penelope Wilton.
1-4 dicembre
TOP GUN – MAVERICK di Joseph Kosinski
con Tom Cruise, Miles Teller, Jennifer Connelly
Trentasei anni dopo, Pete ‘Maverick’ Mitchell riprende servizio in un film che omaggia gli anni Ottanta e i suoi interpreti. Top Gun: Maverick è un sequel in piena salute e in pieno mito. Stesse amicizie virili, stesse rivalità per pilotare caccia potenti, stessa tensione omoerotica dietro ai Ray-Ban, stessa spiaggia.
Al di là della trama ‘militare’, il classico racconto di superamento e perdono, Top Gun: Maverick è soprattutto una nuova meditazione su Tom Cruise e la sua relazione col tempo che passa. Impossibile per lui lasciare andare, lo dice e lo ripete dentro un film che gioca tanto (forse tutto) sulla sua età e su una forma di disadattamento al mondo contemporaneo, confrontandolo col ruolo che lo ha reso celebre e lo ha definito.